Il regalo di compleanno

[One Piece] Marco/Ace

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    ra il compleanno di Marco, il primo da quando lui e Ace erano diventati ufficialmente una coppia.
    Naturalmente, Ace immaginava di poterlo trascorrere assieme a Marco, invece la sua missione che lo aveva tenuto lontano tutta la settimana non l'avrebbe fatto tornare per tempo. Era molto deludente. Satch gli aveva assicurato che Marco aveva promesso che sarebbe tornato entro la serata e, se Marco aveva promesso, avrebbe rispettato la parola data.
    Tuttavia, ad Ace dispiaceva avere solo la serata. Sempre che riuscissero ad avere anche quella, perché Marco era uno stakanovista e, considerando il lavoro che si era accumulato, Ace aveva il dubbio (praticamente una certezza) che si sarebbe messo a lavorare appena tornato. Marco avrebeb baciato Ace, si sarebbe scusato, ma avrebbe preferito finire il lavoro prima di passare del tempo libero con lui.
    Per questo motivo, Ace decise che avrebbe fatto tutto il lavoro al posto di Marco. Gliel'avrebbe indicato come una sorta di regalo di compleanno: dopotutto, non era giusto che Marco tornasse dopo una missione stancante e, proprio il giorno del suo compleanno, dovesse anche recuperare il lavoro perso. Era certo che Marco l'avrebbe ringraziato e poi avrebbero potuto almeno trascorrere la serata assieme.
    Così, si mise di buona lena al lavoro e si occupò di tutto, pur lamentandosene continuamente e pensando che non riusciva a capire come Marco riuscisse ad occuparsi di tutto senza impazzire. Lui, solo a farlo una volta, aveva voglia di morire.
    Dopo aver terminato tutto il lavoro, Ace si ritrovò distrutto e si chiese come Marco poteva reggere ogni giorno. Probabilmente aveva qualcosa a che fare con il suo frutto del diavolo. Era così ingiusto.
    In ogni caso, Marco non era ancora arrivato, per cui Ace pensò che, prima di prepararsi, poteva rilassarsi un attimo. Si sdraiò sul letto della camera di Marco e chiuse appena gli occhi. Un secondo dopo, dormiva nella grossa, russando con la bocca spalancata. Fu così che lo trovo Marco quando tornò dalla sua missione: completamente addormentato, la bocca spalancata e un rivolo di saliva che scendeva, russando a voce molto alta, braccia e gambe completamente spalancate sul letto.
    "Mamma mia come sei pigro, Ace!"
    Ma non lo svegliò.
     
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