Scheletri nell'armadio

[Yuuri! on Ice] slighty nswf

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    “Non era necessario che mi aiutassi a fare il trasloco,” disse Yuuri, mentre Viktor, con Maccachin al seguito, zompettava attorno alla stanza, con gli occhi pieni di interesse.
    “Lo faccio volentieri!” risposte Viktor. “Non avrai mica… qualcosa da nascondere, he?” aggiunge, lanciandogli un sorrisetto ammiccante.
    “Ma figurati!” Suo malgrado, Yuuri arrossì. Nonostante tutti gli anni passati, Viktor aveva sempre la capacità di metterlo in imbarazzo sulle cose più banali.
    “Bene. Mettiamoci al lavoro! Prima finiamo, prima possiamo andare a gustarci il katsudon di tua madre!”
    Gli scatoloni erano già aperti sul pavimento della stanza, per cui si misero meticolosamente a riempirli. Yuuri spedì Viktor ad occuparsi dell’armadio dei vestiti, che era probabilmente la cosa meno rischiosa dell’intera stanza, mentre lui si dedicava alla libreria e alla cassettiera. Suo padre salì nella stanza e portò al piano di sotto le prime due scatole piene, mentre loro continuavano con il loro lavoro di liberazione.
    In fondo alla cassettiera, Yuuri trovò la sua vecchia scatola dedicata al pattinaggio. Dentro c’erano conservati i suoi primissimi pattini, assieme a un’interessante raccolta dei souvenir che aveva messo da parte su Viktor. Prese per prima fuori i pattini: erano così piccoli, a rivederli adesso. Sempre bianchi con le lame argentate, ma ognuno di essi gli stava in una mano. A toccare la pelle rovinata con le dita, Yuuri si ricordò del primo momento in cui lui e Yuuko avevano messo piede su una pista di pattinaggio.
    In quel momento, dietro di lui, Viktor fischiettava e parlottava a bassa voce con Maccachin sul fatto che Yuuri vestisse da vecchio e che decisamente avrebbero fatto shopping all’aeroporto prima di prendere definitivamente il volo per la Russia. In realtà era solo una scusa di Viktor per usare Yuuri come suo bambolotto personale.
    Yuuri lo amava abbastanza per sopportare anche quello.
    Ma approfittando della sua distrazione, mise la mano dentro la scatola e ne estrasse una vecchia rivista. All’epoca in Giappone il pattinaggio era già abbastanza famoso, per cui capitava spesso che le riviste di sport fornissero approfondimenti o addirittura speciali dedicati a questo o quel pattinatore. Normalmente si trattava di pattinatori Giapponesi, ma in alcuni casi particolari poteva succedere anche per quelli stranieri, soprattutto se erano pattinatori del calibro di Viktor.
    Yuuri si ricordava che aveva girato l’intera città per trovare un’edicola che avesse quell’inserto speciale, e aveva trascinato Yuuko con sé come supporto morale nel caso non l’avessero trovata. Non era la stessa rivista in cui aveva scoperto che Viktor aveva un cane, quella era arrivata prima. Quando era uscita questa, Viktor era ancoera più famoso, e Yuuri era nel pieno della sua adoloscenza.
    Il fatto che la rivista offrisse al suo interno anche un poste di Viktor quasi a grandezza naturale di sicuro non aiutava, e nella sua vita Yuuri era stato felice che Viktor non avesse mai accettato (perché Yuuri dubitava che non gli fosse mai stato proposto) di farsi sponsorizzare da qualche azienda di intimo.
    Anche il poster era all’interno della scatola. Raffigurava Viktor mollemente seduto su una delle panchine di metallo all’interno di uno spogliatoio. Indossava una delle tute da allenamento, di colore nero, attillata in modo da accentuare i muscoli delle gambe. Sulle spalle, la giacca della nazionale russa. Non indossava i pattini, ma le scarpe da ginnastica. Teneva i pattini per le stringhe con la sua mano sinistra, neri con le lame dorate. All’epoca aveva ancora i capelli argentati lunghi, i quali ricadevano mollemente sulle spalle.
    Quel poster era rimasto a lungo appeso sopra il letto di Yuuri, come a proteggere i suoi sogni.
    L’ultimo oggetto all’interno della scatola era un cd. Di quelli che si compravano al supermercato, da masterizzare, e che andavano di moda per quei circa sei mesi tra la morte del floppy disk e l’avvento dei DVD e subito dopo delle penne USB. Non c’era scritto nulla, né sulla copertina né sul CD stesso, ma Yuuri non ne aveva bisogno per ricordarsi di cosa conteneva.
    Era una collezione che Yuuri aveva gelosamente raccolto nei primi anni, un mix tra interviste ed esibizioni di Viktor, tutte simpaticamente catalogate assieme. Yuuri aveva concentrato tutto il suo sapere tecnologico nella creazione di quel CD, che conteneva i file singoli e poi un file unico, che Yuuri aveva creato da solo tagliuzzando e incollando assieme tutti i suoi file precedenti.
    I video normali erano per paura che sparissero in qualche modo dalla rete. Il file unico, invece, aveva degli scopi decisamente meno nobili.
    Era nato nel periodo in cui Yuuri era entrato direttamente nella piena pubertà dell’adolescenza, il momento in cui un giorno sì e un giorno pure si svegliava con la solita erezione mattutina a fargli compagnia.
    Era anche il periodo in cui aveva una di quelle grosse cotte per Yuuko, che era la ragazza più carina della scuola e sostanzialmente la sua migliore amica. Ma non aveva mai avuto la passione per la masturbazione, e dopotutto, a differenza di alcuni suoi compagni, farlo immaginandosi una persona reale che conosceva lo imbarazzava. Non avrebbe più potuto guardare Yuuko con gli stessi occhi se avesse fatto una cosa del genere.
    Viktor arrivava al momento giusto. Yuuri lo ammirava e lo trovava bello al punto giusto da poterlo utilizzare come parte della sua immaginazione, e anche se Yuuri si stava allenando nella speranza di diventare un pattinatore professionista, era una cosa così lontana dalla realtà al momento che non sembrava così terribile farlo.
    Per cui aveva preparato il video: si chiudeva in camera, lo metteva sul pc, metteva le cuffie e ascoltava l voce di Viktor con la mano sul suo pene. Non che Viktor dicesse le cose più romantiche del mondo nelle sue interviste, ma la voce era abbastanza per far immaginare Yuuri, e alcune parti particolari delle esibizioni facevano il resto.
    Fu solo un periodo della vita di Yuuri, e anche uno abbastanza imbarazzante, per questo aveva nascosto tutto nella scatola dei ricordi una volta che aveva fatto il suo debutto finale come pattinatore. Adesso era ancora più imbarazzante e ridicolo, ma ugualmente una memoria che teneva cara, sapendo che adesso poteva masturbarsi con il vero Viktor di fronte a sé.
    Poteva fare ben di più con Viktor, adesso. Ma non voleva pensarci.
    “Yuu-ri!” La voce squillante di Viktor lo riscosse dai suoi pensieri. “Guarda un po’ qui cosa ho trovato.”
    Era un vecchio quaderno polveroso, ma Yuuri lo riconobbe subito, e arrossì. Era un quaderno che Yuuri aveva iniziato quando aveva iniziato a seguire il pattinaggio davvero con assiduità, cioè quando era seriamente diventato un super fan di Viktor, che all’epoca era ancora un juniores.
    Da lì aveva seguito la sua carriera lungamente, stampando da internet tutti i pdf delle sue prestazioni, le foto delle riviste, e sostanzialmente aveva fatto un archivio di ogni singola prestazione di Viktor, aggiungendoci di lato i suoi commenti a riguardo. Non tutti erano di tipo propriamente tecnico, anzi, spesso e volentieri si lasciava andare a discussioni che non erano adatte a un minorenne, nonostante lui lo fosse.
    Era una groupie in tutto e per tutto.
    Si era praticamente dimenticato dell’esistenza di quel diario (aveva smesso di tenerlo quando era entrato anche lui nel circuito professionistico, dato che la differenza di livello era imbarazzante) quindi Viktor l’aveva trovato. E adesso, con un sorriso furbo e malizioso, lo stava tenendo aperto a una pagina in particolare, mostrando a Yuuri una sua foto, che lo Yuuri ragazzino aveva tempestato di cuori disegnati con un evidenziatore rosa.
    “Yuuri,” Viktor mormorò. “Hai una cotta per me?”
    Quello servì a far uscire Yuuri dalla sua trance imbarazzata.
    “Viktor,” rispose. “Siamo sposati.”
     
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