La parte peggiore del fandom

[Voltron Legenday Defender] Band!AU

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    La prima volta che Keith sentì parlare di quella storia, era durante una pausa dalle prove. Shiro era fuori della stanza, a parlare con Coran riguardo a una sistemazione dell’audio che non funzionava come si deve.
    Tutti gli altri erano nel lounge, mollemente adagiati sui divanetti. Avevano parlato e discusso fino a quel momento, avevano la gola secca e voglia di silenzio. Per lo meno, finché Pidge, che stava giocherellando con il suo cellulare, non ruppe la quiete della stanza, ridacchiando.
    “Non ci posso credere.”
    Keith aprì un occhio per sbirciare nella sua direzione. Hunk le si era già avvicinato per sbirciare di che cosa stesse parlando.
    “Di che parli?” Lance domandò.
    “Lo sapete che c’è un ramo delle nostre fan che shippa assieme tu e Keith?”
    “CHE COSA?” Lance sembrava sul punto di sputare un polmone.
    “Che vuol dire?” commentò invece Keith, alzando un sopracciglio pensieroso. In inglese era abbastanza ferrato, ma non riusciva a coordinare quello che diceva Pidge con qualcosa di sensato. Tra l’altro lui e Lance non avevano ancora registrato duetti assieme, quindi non capiva che cosa di lui e Lance potesse essere spedito assieme. “Spediscono delle lettere indirizzate a entrambi?” chiese infine.
    Pidge scoppiò a ridere. “Ma no! È un termine tecnico usato nel fandom.”
    “Non sto capendo.”
    “Le fan pensano che tu e Lance stiate assieme. Fidanzati,” spiegò alla fine Hunk, con un sorriso divertito.
    Keith impiegò diverso tempo a processare l’informazione. “E come gli è venuto in mente?” mormorò alla fine, e scoccò un’occhiata di traverso a Lance come a incolparlo della situazione.
    “Ah, non ci pensare proprio,” ribatté Lance. “Pensavo che i miei post su Instagram fossero abbastanza espliciti a riguardo.”
    Pidge alzò le spalle. “Sono fantasie delle fan, non è che debbono per forza avere delle basi reali. Voi siete i due membri di Voltron più attraenti: chi non si autoshippa con uno di voi vi shippa assieme.”
    “Autoshippa?” mormorò Keith.
    “Sì, sai, immaginare di incontrarvi e di farvi innamorare di lei.”
    “Ah, capisco. E comunque sono in disaccordo. Shiro è decisamente più attraente di me. E avrebbe anche più senso se fossimo… shippati assieme.”
    “Vero?” Lance saltò su. “Sarebbe molto meno peggio essere shippato assieme a Shiro.”
    Il quale entrò in quel momento, sorridendo. “Che cosa, su di me?”
    “Sapevi che le fan vogliono Lance e Keith assieme?” Pidge aveva un sorriso furbo sul viso, cosa che fece alzare gli occhi al cielo a Keith.
    “Sì, lo sapevo,” rispose Shiro tranquillo. “Coran è abbastanza informato su queste cose.”
    Coran gonfiò il petto orgoglioso. “Vi ricordo che sono il vostro ufficio marketing. Fa parte del mio lavoro. E, devo ammettere, là fuori ci sono un paio di fanfiction niente male. Però sono vietate ai minori, quindi vi proibisco di leggerle.”
    “Noooo!” protestò Pidge. Lance fece finta di vomitare.
    “Non ti dà fastidio?” Keith domandò.
    Shiro si abbassò, gli passo le braccia attorno al collo e gli baciò i capelli. “Nah. Finché non metterai in pratica con Lance le cose scritte in quelle fanfiction, sono a posto.”
    Keith scoccò un’occhiata a Lance. “Decisamente non succederà.”

    @Orsetta_02 ha twittato:
    Mio Dio ma avete visto le foto della nuova intervista??? Sto morendo!!

    @MissMcClain ha twittato:
    Lance e Keith e quello sguardo! Non c’è niente da fare, possono anche metterli dalla parte opposta della stanza, ma si cercheranno sempre!

    @TonksVoltroner ha twittato:
    Sono così palesi non capisco perché la società si rifiuti di riconoscerlo noi qui non stiamo aspettando altro

    Essendo una boy band composta da cinque elementi, e tenendoci particolarmente, era difficile che rilasciassero interviste separate. Serviva a tenere assieme la squadra. Tutti sostenevano che le boy band duravano al massimo tre anni, prima di sciogliersi e far sopravvivere solo i più bravi. I membri di Voltron erano di tutt’altra idea.
    Proprio per questo motivo, Coran aveva cercato di procurare loro alcuni contratti provvisori come solisti e/o in coppia, senza dover per questo sciogliere la squadra. Era un modo per mettersi in gioco rimanendo sul percorso da loro fissato.
    Non volevano rimanere una boy band in eterno, volevano diventare una band vera e propria. Qualunque esperienza era utile a raggiungere lo scopo.
    Per questo motivo Keith aveva partecipato come ospite e seconda voce all’interno di un CD della Spade di Marmora. E per lo stesso motivo era stato invitato, da solo, a una trasmissione televisiva musicale. Tutti sapevano che Keith avrebbe preferito farsi tagliare un braccio piuttosto e convincerlo non era stata un’impresa facile.
    Alla fine, avevano chiesto a Shiro di andare con lui, per lo meno dietro le quinte. Coran aveva letto e riletto le domande che avevano in mente di fargli e aveva costretto Keith a imparare a memoria delle risposte, in modo da evitare di impappinarsi durante il discorso.
    “Durerà solo venti minuti,” gli disse Shiro. “Non sono niente venti minuti. Sono decisamente meno di quanto impieghiamo a letto.” Arrossì un secondo dopo. “E adesso tu ti scorderai di quello che ho appena detto.”
    Keith anche era arrossito, ma quella stupidaggine lo aveva rilassato. “Me lo scorderò ma stasera ti metterò alla prova,” commentò, prima di andare in scena.
    Bob l’intervistatore lo fece entrare in scena, lo salutò stringendogli la mano e lo fece accomodare nella poltrona di fronte a lui. La prima parte dell’intervista andò come preannunciato, senza troppi problemi. A molte domande aveva già risposto, e per molte si trattava di parlare di Shiro, qualcosa che Keith faceva senza problemi. D’altronde, era vero che senza Shiro probabilmente non avrebbe mai iniziato a suonare.
    “Quando vi è stato chiesto, a te e a Shiro, di unirvi a un trio per formare un gruppo, come l’avete presa?”
    “Non è stato facile, all’inizio,” disse Keith. “Eravamo abituati in un modo e dovevamo adattarci completamente a un altro, e ad altre persone. Sinceramente, io non ero molto dell’idea. Però volevamo davvero partecipare a x-factor, avevamo passato le selezioni iniziali… e così ci siamo adattati.”
    “Col senno di poi, è stata un’ottima scelta.”
    “Già, e non cambierei il mio team con nessun altro. Shiro comunque è stato fondamentale per amalgamarci come si deve. Mi dispiace solo che non possiate più sentirlo suonare la chitarra.”
    “Qualcuno dice che, a x-factor, volessero solo Shiro. Tu sei stato… collaterale, dato i problemi di salute di Shiro.”
    Keith digrignò appena i denti, e poi ripeté la frase che Coran aveva preparato per lui. “Credo che l’essere stato scelto per partecipare a questo CD sia la prova del mio valore, a prescindere dalle circostanze iniziali.”
    “Indubbiamente.” Bob si allungò sulla scrivania e afferrò il cellulare. “Ora. Ho chiesto ai tuoi fan di mandarmi dei tweet con l’hashtag #askkeith. Sei pronto a rispondere alle loro domande?”
    “Pronto e impaziente.” Come a una visita dal dentista.
    Questa era effettivamente la parte più pericolosa dell’intervista. Coran lo aveva rassicurato dicendo che i fan avrebbe chiesto domande molto basiche, e che Bob stesso non avrebbe scelto cose che potevano metterlo in imbarazzo. Doveva solo rispondere più brevemente possibile e sarebbe andato tutto bene.
    Bob scorse lo schermo del cellulare col dito pollice. “Oh, ecco, una carina. Qual è il tuo animale preferito?”
    “L’ippopotamo.”
    “Una… scelta davvero particolare. Posso chiedere perché?”
    “Gli ippopotami sono animali letali. Sapevi che hanno ucciso più persone loro che gli squali l’anno scorso? E nonostante ciò hanno un aspetto morbido e pacioccoso.”
    Bob rise. “Non credo di vorrei mai averti come nemico, Keith.” Ritornò a scorrere lo schermo, per un numero di secondi che a Keith parvero interminabili, finché Bob sospirò. “Scusa, ma il novanta percento dei fan sembrerebbe interessato solo al tuo rapporto con Lance?”
    Keith alzò appena un sopracciglio. “Con Lance?”
    “Sì. Dicci un po’ di più a riguardo.”
    “Io e Lance… ci abbiamo messo un po’ ad andare d’accordo,” raccontò Keith. “Siamo due persone molto diverse, con interessi molto diversi… e nei nostri rispettivi gruppi avevamo anche lo stesso ruolo, anche se lui suona il basso.”
    “Immagino che non sia stato facile per Lance accettare di essere la terza voce del gruppo.”
    “Infatti.” Keith annuì. “Ma è più bravo di me con il suo strumento, per cui ci bilanciamo bene all’interno del gruppo. Siamo un’ottima squadra, noi di Voltron.”
    “Quindi adesso non ci sono più problemi fra te e Lance?”
    “No. Siamo diventati amici. Abbiamo ancora le nostre differenze e ci divertiamo a prenderci in giro, ma sappiamo di poter contare l’uno sull’altro.”
    “Bene. Spero che tutte le fan che ci hanno subissato di domande su voi due siano soddisfatte.” Mentre Bob tornava a cercare una domanda adatta, Keith spostò lo sguardo verso le quinte. Coran non c’era più, ma Shiro era sempre lì e gli fece appena un cenno con la testa e il segno dell’ok con il pollice. Keith sorrise appena prima di voltare di nuovo lo sguardo su Bob.
    “Eccone un’altra interessante: un posto dove ti piacerebbe andare in vacanza.”
    “In Giappone,” rispose prontamente Keith. “Shiro me ne ha parlato sempre tantissimo e mi piacerebbe andarci un giorno, assieme. I suoi genitori vivono ancora là, ma io non sono mai riuscito ad andare a trovarli per via del lavoro e tutto.”
    “Magari prima o poi ci andrete in tournée!”
    “Mi piacerebbe.”
    Bob tornò al suo cellulare. “Sei mai stato a Cuba?”
    “No, mai. Lance ci ha invitato una volta, non sono sicuro se scherzasse oppure no. Magari anche lì andremo per un concerto, chissà.”
    Ogni volta, passava parecchio tempo fra una domanda e l’altra, perché apparentemente Bob doveva cercare fra la grande quantità di domande che scartava. “Cibo preferito?”
    “Mac & Cheese. Cioè, in realtà è il cibo preferito di Shiro, ma l’abbiamo mangiato talmente tante volte ormai che è proprio il primo che mi viene in mente.”
    “Tu e Shiro siete davvero molto legati, vero?”
    Keith sorrise. “Direi proprio di sì.”
    “Bene, era l’ultima domanda perché non abbiamo più tempo.” Due persone dello staff si avvicinarono per montare un microfono e portare una chitarra, dato che Keith avrebbe dovuto esibirsi. “Signore e signori, Keith Kogane di Voltron!”
    Al termine della sua canzone, salutò il pubblico e uscì. Shiro lo stava ancora aspettando. Gli sorrise, ma non si azzardò a fare più di appoggiargli una mano sulla spalla.
    “Secondo te Bob voleva insinuare qualcosa, con quell’ultima domanda?” domandò Keith.
    “Chissà. Magari la gente inizierà a shippare noi due d’ora in poi,” scherzò Shiro.
    “Ti prego di non ricordarmi mai più di questa cosa.”
    “Hai ragione. Le fanfiction su di noi le posso scrivere solo io.”
    “Ma smettila!” Poi lo guardò di traverso. “Non stai parlando sul serio, vero?”
    “Non lo scoprirai mai,” rise Shiro. “Al massimo puoi farti un giro nell’archivio per vedere se riconosci qualche storia autobiografica.”
    “Ti prego dimmi che non stai parlando sul serio! Shiro!”

    @Lancesavedme ha twittato:
    LANCE HA INVITATO KEITH AD ANDARE A CUBA CON LUI A PRESENTARLO ALLA SUA FAMIGLIA E VOLETE DIRMI CHE NON STANNO ASSIEME!

    @M_Voltron_forever ha twittato:
    Comunque si vedeva che Keith avrebbe voluto dire di più quando parlava di Lance, ma figurati, gli avranno preparato le risposte apposta

    @CrazyforKeith ha twittato:
    Bob ha fatto delle domande stupidissime e ha ignorato quelle davvero importanti

    @MaRtY_V ha twittato:
    Ma secondo voi chi stava guardando Keith quando si è voltato? Ha pure mezzo sorriso!

    @KMcClain ha twittato in risposta a @MaRtY_V:
    È ovvio che stava guardando Lance! Era proprio dopo la domanda su di lui!

    @MisspixieMcClain ha twittato in risposta a @MaRtY_V @KMcClain:
    Oh, sì, immagino che Lance abbia accompagnato Keith all’intervista come un bravo fidanzatino!

    Con un sospiro seccato, Keith si alzò stiracchiandosi e maledicendo chi osava chiamarlo la domenica mattina. Allungò annoiatamente la mano sul cellulare prima di gettarsi di nuovo sul cuscino e rispondere. Sullo schermo comparve il volto di lance, seminascosto da due magliette.
    “Veloce, quale delle due ti sembra più carina?”
    “Ma cosa… Lance, non mi avrai chiamato di domenica mattina per un consiglio di moda?”
    “E dai, ho un appuntamento e nessuno degli altri mi risponde! Cosa credi, che avrei chiesto a te come prima scelta? Con tutto il rispetto, ma non sei un tipo da moda.”
    Nonostante Keith non potesse negare di non essere la persona ideale per certi tipi di consigli, non aveva intenzione di darla vinta a Lance. “Va bene, allora in questo caso metto giù.”
    “No, no, no! Dai, questo appuntamento è troppo importante per me!”
    “E va bene… direi… maglia blu?”
    “Okay, vada per la viola.”
    Keith alzò gli occhi al cielo. “Ciao, Lance.”
    “Augurami in bocca al lupo. È la donna dei miei sogni!”
    “Lo dici tutte le settimane.”
    “Questa volta sono serio. È quasi un miracolo che abbia accettato di uscire con me, sono un pochino teso…” E lo sembrava davvero, dal tono della voce.
    “Andrai alla grande, Lance.”
    “Lo spero. Grazie. Scusa, ti lascio alla tua domenica di riposo.”
    Keith chiuse la chiamata e lanciò il cellulare sul letto. Shiro spuntò la testa dalla porta della camera da letto, la mano sinistra che si passava l’asciugamano tra i capelli per asciugarli. “Chi era?”
    “Lance. Aveva bisogno di consigli per un appuntamento. Da me, poi?”
    “Già, non è che nella band tu sia l’unico in una relazione stabile, dopotutto.”
    Keith sorrise. “Hai una chiamata anche tu. Ha chiamato tutti.”
    “Loverboy Lance agitato per un appuntamento. È una novità.” Shiro era tornato nel bagno e urlava per farsi sentire dalla camera da letto.
    “Già. Chissà, forse è la volta buona che esce con una donna in carne e ossa e non con una sua fantasia.”
    Dal bagno si sentì il tossire di Shiro, un modo per cercare di non ridere. “Non essere cattivo.”
    “Dico solo la verità. Ti ricordi quella volta che ha parlato per giorni di dover passare il weekend con una bellissima bionda e abbiamo scoperto essere la cagnolina di sua sorella?”
    Stavolta, la risata di Shiro fu alta e chiara. “Si sta rifacendo con gli interessi, comunque,” gli comunicò tornando in camera, solo un asciugamano avvolto attorno al busto. “Esce con Allura.” Keith, che era rimasto a fissare il petto di Shiro con la bocca aperta, e come se non l’avesse mai visto, sbatté le palpebre appena.
    “Oh, una con lo stesso nome della figlia del boss della nostra casa discografica?”
    “No, proprio lei.”
    Questo bastò a far risvegliare Keith dal torpore. “Ti prego, dimmi che ho sentito male e che Lance non sta davvero uscendo con la figlia del nostro boss.”
    “Allura non è solo la figlia del nostro boss, ti ricordo che è il capo di Coran e che si occupa di persona di quello che concerne l’organizzazione a monte della nostra carriera.”
    “Che dopo oggi finirà.”
    “Per colpa tua che non hai dato abbastanza consigli amorosi a Lance,” ribatté Shiro con un sorriso divertito, mentre si sdraiava a fianco a lui.
    “Considerando il tempo che ci ho messo a capire che forse avevo una possibilità con te, meglio così per Lance,” commento Keith. Shiro lo attirò a sé con il suo braccio e lo baciò sulla guancia.
    “A tua discolpa, nemmeno io me n’ero accorto.”
    Avrebbe voluto baciarlo, ma c’era ancora un piccolo arricciamento sulla fronte di Keith. “No, ma seriamente, come gli è venuto in mente a Lance?”
    “Aveva la cotta da un po’. Ogni tanto me ne parlava, dato che io e Allura abbiamo passato un po’ di tempo assieme ai tempi della mia riabilitazione. Solo che non osava farsi avanti perché prima lei era fidanzata, poi si è lasciata e a lui scocciava approfittarne, e così… è passato un anno e mezzo.”
    “Non ha battuto il nostro, di record. Buon per lui.”
    “Già.” Shiro lo baciò ancora sulla guancia. “Vogliamo parlare tutta la domenica dell’appuntamento di Lance?”
    Keith gli scoccò un’occhiataccia. Poi gli rispose prendendogli il viso fra le mani e baciandolo.

    @ILoveMarvel ha twittato:
    MA CHI E’ QUESTA CHE ESCE CON LANCE COSA STANNO DICENDO QUESTI GIORNALISTI?!?!

    @Juventina-Voltroner ha twittato:
    Ragazzi, stiamo tutti calmi. È chiaro che è tutta un’idea della casa discografia per non far capire che Lance e Keith stanno assieme.

    @Voltroner_Pidge ha twittato in risposta a @Juventina-Voltroner:
    No, ma infatti. Guarda caso esce con la figlia del proprietario della loro casa discografica. Sgamabilissimi proprio.

    @Lance_I_love_you ha twittato:
    Io quest’omofobia non la capisco proprio! Lasciate che i due ragazzi si amino liberamente!

    @Lookingatthestar ha twittato:
    Gente. Gente. Ma avete notato com’era vestito Lance? Jeans e maglia viola! La bandiera bisessuale!

    @Lookingatthestar ha twittato:
    E poi non venite a dirmi che è stata una sua idea quell’appuntamento.

    “Ho trovato questa fanfiction bellissima!”
    Keith alzò gli occhi al cielo. Non avrebbe mai capito quell’insana passione di Pidge per le fanfiction. Tra l’altro sembrava avere la passione per quelle più truculente o trash. Shiro poteva dirgli quante volte voleva che erano solo fantasie adolescenziali, ma era ancora rimasto sconvolto quando Pidge aveva declamato ad alta voce in sala registrazione la scena in cui, secondo l’autrice, Keith aveva fatto un clistere a Lance.
    “No, no, questa è davvero bellissima.” Pidge lo ignorò. “In pratica inizia con Lance che è abusato dalla sua famiglia e costretto a prostituirsi per strada per portare i soldi a casa.”
    “Non ti voglio sentire.”
    Pidge alzò la voce. “Invece tu sei il ricco e annoiato figlio del magnate della città, che vivi nell’attico enorme in cima al grattacielo e puoi permetterti di buttare i vestiti dopo averli indossati una volta sola.”
    “Fammi indovinare, Keith pagherà Lance per fingersi momentaneamente il suo fidanzato, poi si innamoreranno e Keith salverà Lance dalla sua famiglia e da una vita di stenti,” disse Hunk. “È la trama di Pretty Woman!”
    “No, Hunk, non capisci. È la trama di Pretty Woman con Lance al posto di Julia Roberts!” Scoppiarono tutti a ridere e Keith si sarebbe anche unito a loro se tutta questa pantomima non fosse fatta anche per prendere in giro lui.
    “Ma perché non leggete fanfiction su di voi?” chiese. “Nessuno vi shippa? Nessuno vi immagina mentre vi fate un clistere a vicenda?”
    “Keith!” protestò Hunk.
    “Prenditela con Pidge, anche io avrei volentieri evitato di venire a conoscenza di questa cosa.”
    “Se ho letto quella roba io, dovevate soffrire tutti,” replicò Pidge. “Comunque no, nessuno scrive su di noi, o comunque roba irrilevante. Però,” aggiunse in tono innocente, “ho trovato una storia con te e Shiro.”
    “Oh, davvero?” Si maledisse un secondo dopo per il tono fin troppo interessato, e ancora di più quando notò il ghigno malefico di Pidge.
    “Sì, in questa Shiro era il tuo fratellastro e abusava di te.”
    “Sai cosa, mollo la band.”
    “Eddai, stavo scherzando! Non sulla storia, ma…”
    Intanto avevano raggiunto l’ufficio e dalle porte a vetri si vedeva Lance che discuteva animatamente con gli altri. Shiro era seduto con le braccia incrociate e osservava la scena, Coran era agitato tanto quanto Lance, mentre Allura, in piedi contro la parete, aveva un’espressione preoccupata.
    “Oh, eccovi.” Lance lanciò a Hunk il suo cellulare. “Avanti, fammi una fotografia. A me e ad Allura.”
    Hunk si rigirò il cellulare fra le mani. “Perché?”
    “Voglio metterla su Instagram così la gente la smette.”
    “Ma che è successo?” domandò Keith. Il suo viso era rivolto verso Shiro, che sospirò.
    “Sono uscite un po’ di foto degli scorsi appuntamenti e, insomma, alcuni fan non l’hanno presa benissimo.”
    “Hanno scritto messaggi minatori ad Allura! L’hanno chiamata stronza e puttana! Ti pare normale?” gli chiese Lance. “Tu cosa faresti se qualcuno insultasse Shiro?”
    “Non rispondere,” intervenne Pidge. Lo sapevano già che cosa sarebbe successo, dato che una volta Keith aveva quasi picchiato una persona per un mezzo insulto gridato tra la folla.
    “E pensi che una foto risolva qualcosa?” chiese allora Keith.
    “Non lo so, ma non posso stare senza far niente.” Le spalle di Lance si infossarono in se stesse.
    “Io penso che dovremo lasciare perdere,” disse Allura. “Questa gente si calmerà prima o poi. Ogni tanto succede che qualcuno sia un po’ più… focoso nelle sue preferienze.”
    Allora Keith capì. “Non sarà per la cospirazione che vede me e Lance segretamente innamorati? Avevate detto che era innocua.”
    “Lo è,” ribatté Allura. “Sono ragazzine. Nessuna di loro può venire sotto casa mia ad accoltellarmi.”
    Keith mantenne un’espressione poco convinta.
    “Io invece penso che la foto sia una buona idea,” intervenne Shiro. “A volte i fan migliori sono quelli silenziosi. Io credo che molte persone si schiererebbero dalla vostra parte.”
    Allura si umettò appena le labbra. “Che ne pensi, Coran?”
    “Io avrei fatto un comunicato ufficiale,” rispose lui, “ma vedo che non sta funzionando. Penserebbero sempre che stiamo insabbiando la verità. Per cui sì, magari una foto un po’ più familiare, sull’Instagram personale di Lance, potrebbe funzionare.”
    “D’accordo, allora,” accettò Allura.
    Lance allungò la mano a stringere la sua. “Mi dispiace.”
    “Non è colpa tua,” rispose lei.
    Mentre li guardava, Keith non poté fare a meno di pensare a Shiro. Trovava veramente strano che nessuno avesse mai sospettato della loro relazione, ma che fossero subito saltati tutti alla giugulare di Allura. Scoccò un’occhiata a Shiro, come a fargli una domanda silenziosa, ma lui si limitò a un sorriso e a una leggera alzata di spalle.

    @Crazy4Keith ha twittato:
    Vabbè, ma queste fotografie sono proprio palesemente false. Cioè, Lance non sorride il quel modo!

    @GiòlovesVoltron ha twittato in risposta a @Crazy4Keith:
    No, ma infatti, naturalezza per niente. Paiono due modelli, non due fidanzati

    @Crazy4Keith ha twittato in risposta a @GiòlovesVoltron:
    Lance sorride davvero solo a Keith, parliamoci chiaro

    @itsgottabeshiro ha twittato in risposta a @Crazy4Keith @GiòlovesVoltron
    A me dispiace soltanto che adesso li stiano separando… ci avete fatto caso che prima erano sempre assieme e invece adesso né nelle foto di gruppo né in quelle ufficiali sono vicini? È triste che distruggano una storia d’amore così…

    “Non lo farò.”
    La voce di Keith era ferma, molto più tranquilla delle emozioni che sentiva dentro di sé. In piedi davanti alla scrivania, non stava guardando Coran per davvero. Il suo sguardo vagava più alla parete di fronte a sé, e cercava in ogni modo di non cadere al suo fianco, nelle sedie dove erano seduti Allura e Lance.
    “Perché?” chiese quest’ultimo. Le sue parole risuonarono quasi come un grugnito alle orecchie di Keith.
    “Non voglio separare la band.”
    “Nessuna separazione,” si affrettò a specificare Coran. “Non sarebbe la prima volta che artisti all’interno di una band creano cd indipendenti. Lo hanno fatto persino i Queen!”
    “I Queen potevano permetterselo,” ribatté Keith. “Noi no. Noi siamo una boy band e nell’istante in cui questo fantomatico cd uscirà, cosa credi che penserà l’opinione pubblica?”
    “Be’, sicuramente parleranno di voi, il che non è affatto male,” intervenne Allura. “I giornalisti e le televisioni verranno a intervistare te e Lance, e poi gli altri. Noi diremo che era solo una sperimentazione, che la band è ancora intatta… I fan saranno interessati a seguire le nostre vicende e il prossimo cd che farete di nuovo come band avrà guadagni ancora maggiori, perché i fan saranno così felici che non vi siete separati che dimostreranno il loro supporto.”
    Era una spiegazione convincente. In altre situazioni, Keith avrebbe anche pensato che fosse una buona idea. In altre situazioni, Keith avrebbe anche potuto accettare di fare un cd da solo con Lance. Non è che avesse mai negato il suo talento con il basso. Ma quelle non erano altre situazioni, e Keith non poteva accettare.
    “Va bene,” disse quindi. “Facciamo che faccio un cd con Shiro, allora. Abbiamo già suonato assieme, eravamo un duo prima che ci fondessimo in Voltron. Sarebbe anche più credibile, no?”
    “Be’, uhm, questo…” Coran si agitò sulla sedia. “Sappiamo che Shiro è molto popolare verso un determinato tipo di pubblico e noi vorremo…”
    Le labbra di Keith si piegarono in un sorriso ironico. “Vorreste?”
    “Insomma, Shiro non va bene.”
    Parole sbagliate da dire. “Allora Hunk. O Pidge. Pidge sarebbe l’ideale, una voce femminile in un duo aiuta tanto.”
    Lance si alzò di scatto e batté la mano contro la scrivania. “Ti fa proprio schifo suonare con me?”
    “Lo sai che non è questo.”
    “Ah, no? Perché pare che vuoi suonare con tutti tranne che con me! Il prossimo della tua lista chi è, Coran?”
    “Guardate che io suono il pianoforte benissimo,” commentò Coran, un po’ offeso.
    Allura afferrò Lance per un braccio, un gesto per calmarlo. “Stiamo puntando a un pubblico che solo tu e Lance potete attirare.”
    “Certo. Il pubblico delle invasate che pensa che stiamo assieme e che ti spedisce disegni porno di me e Lance e che ti augura di morire affogata. Vuoi davvero attirare un pubblico simile?”
    “Non è questo.” Allura premette le labbra assieme.
    “A me pare che sia esattamente questo,” ribatté Keith. “Ci abbiamo provato in tutti i modi, ma queste credono che sia tutta una cospirazione vostra. Cosa credete penseranno se ci vedessero fare un cd assieme?” Keith passò lo sguardo su tutti e tre. “Ve lo dico io: penseranno di aver sempre avuto ragione. Penseranno che Allura è solo una copertura, che Coran e la casa discografica sono degli omofobi e che io e Lance stiamo davvero assieme e stiamo finalmente coronando il nostro sogno d’amore.” Poi rilasciò una risatina. “Non avremo nemmeno bisogno di cantare canzoni d’amore perché credano tutto questo.”
    “E che male ci sarebbe?” Lance non lo stava guardando: era sempre in piedi davanti alla scrivania, la mano appoggiata sopra, lo sguardo basso.
    “Che male ci sarebbe?” ripeté Keith, incredulo. “Non stai dicendo sul serio.”
    “Invece sì.” Alla fine, Lance si voltò a guardarlo.
    La presa di Allura sul suo braccio aumentò. “Abbiamo semplicemente pensato che la situazione sia un po’ sfuggita di mano. Se diamo un contentino a questo tipo di fan, magari la situazione si calmerà un attimino.”
    “Assolutamente no,” disse Keith. “Questa gente al massimo ha bisogno di un buon psichiatra, non di un regalino sul un piatto d’argento.”
    “Te lo sto chiedendo per favore, Keith!” Lance si liberò dalla presa di Allura e si avvicinò a lui. “Ma lo sai com’è? Com’è dare uno sguardo al proprio twitter e vedere solo insulti e minacce di morte nei confronti della tua ragazza? Coran ci deve filtrare la posta perché queste ci mandano le lettere con le foto di Allura tagliate a pezzi!”
    “E ti a questa gente vuoi dargli un motivo in più per pensare che stiano facendo una cosa bella?” ribatté Keith. “Svegliatevi, gli insulti non diminuiranno, al massimo aumenteranno perché queste andranno a insultare tutti gli altri che avevano sostenuto la tua relazione con Allura.”
    “Almeno proviamoci! Sono stanco, Keith, stanco. Che credano quello che vogliono, non m’interessa, basta che lascino in pace Allura.” Sbuffò. “Ma tanto a te che cosa te ne frega. Nessuno sospetta di te e Shiro. Sai cosa?” aggiunse, mentre tirava fuori dalla tasca il cellulare. “Magari dovrei scriverlo su twitter. Dovrei avere delle foto di te e Shiro assieme. Così magari capiresti che cosa si prova.”
    “Lance…” Keith mormorò pericolosamente.
    “Ehi, gente, lo sapete che Keith e Shiro scopano?” Lance si allontanò di qualche passo da lui mentre digitava sul cellulare. “E una bella foto di te e Shiro stravaccati dopo il concerto. Così pare post scopata.”
    “Lance,” avvertì, questa volta, Allura, ma prima che potesse intervenire Keith si era già mosso in avanti e stava tentando di strappare di mano il cellulare a Lance.
    “Mollami!”
    “Tu molla il cellulare!”
    Lance lo stava tenendo in alto davanti a sé, approfittando del fatto che Keith fosse leggermente più basso di lui. Coran si allungò e glielo strappò dalle mani, ottenendo un grido di protesta da parte di Lance.
    “Dimmi che non l’ha inviato!” esclamò Keith.
    “Sì, ma l’ho cancellato un secondo dopo, tranquillo. Non l’avrà visto nessuno. E Lance, ti proibisco di fare una cosa simile. Abbiamo già abbastanza problemi.”
    Lance si riprese il cellulare con un gesto secco, senza togliere nemmeno per un attimo lo sguardo da Keith, il respiro pesante e l’espressione arrabbiata.
    “Inoltre, abbiamo già parlato con la produzione e con il padre di Allura,” proseguì Coran. “Sono tutti d’accordo a procedere in questa direzione, per cui non c’è spazio per le discussioni. Tu e Lance farete un cd assieme, solo voi due.”
    “No.”
    “Ti prego, Keith. È per il bene della band,” disse Allura.
    “Non è per il bene della band! Non posso credere che proprio tu fra tutti…”
    “Se le circostanze fossero normali, tu lo faresti un cd solo con Lance, no?” domandò Allura. Il tono sembrava sfidarlo a dire il contrario. Keith rimase in silenzio.
    “Ah, ecco, è questa la verità,” commentò Lance, con un riso amaro. “Le pazze sono solo una scusa. La verità è che pensi che io sia un incapace. L’hai sempre pensato e non ti è mai andato giù di essere costretto in una band con me.”
    “Questo non è vero.”
    “Invece è proprio così, mister gran talento. Puoi smettere di fingere, adesso,” ribatté Lance. “Sai cosa, forse hai ragione. Forse non dovremo fare questo cd, forse dovrei semplicemente lasciare la band. Non credo che sarei rimpianto.”
    “Lance, adesso basta,” disse Allura. “Lo so che la situazione è pesante, ma…”
    “La lascio io la band.”
    “Cos…cosa?” Coran si alzò di scatto dalla scrivania. “Non scherzare su queste cose, su,” ridacchiò.
    “Sono serissimo,” ripeté Keith. “Non ho intenzione di rimanere sotto una compagnia che lucra sulla pazzia della gente.” Né con una persona che invece di capire il suo punto di vista, lo attacca e addirittura rischia di mettere in difficoltà Shiro. Questo Keith non lo disse, ma lo pensava, e si vedeva anche chiaramente dalla sua espressione.
    “Ma sì, dai, vattene. Così possiamo dire alla stampa che ci siamo lasciati! Questo di sicuro risolverà tutto.”
    “No, aspettate, calmiamoci un attimo…” mormorò Allura. “Non credo si debba arrivare a tanto. E Keith, tu sei sotto contratto…”
    “Straccialo, quel contratto.” Senza aspettare ulteriore risposta, camminò a grandi passi fuori della stanza.
    “Ma… Ma non puoi!” chiamò Coran. “Abbiamo delle uscite pubbliche nelle prossime settimane, come faremo…!”
    Keith non si voltò, né gli rispose. Lasciò l’edificio, tornò a casa e affondò nel divano.

    @Shirosmylife ha twittato:
    Ma perché Keith non c’è?

    @stargaze ha twittato in risposta a @Shirosmylife:
    Dicono che sia ammalato. C’è un comunicato stampa a riguardo.

    @SaraVoltron ha twittato in risposta a @stargaze @Shirosmylife:
    Io ho sentito delle voci strane… delle voci che dicono che abbia lasciato la band.

    @Shirosmylife ha twittato in risposta a @SaraVoltron @stargaze:
    No, dai, non può essere! E perché l’avrebbe fatto?

    @stargaze ha twittato in risposta a @Shirosmylife @SaraVoltron:
    Magari vuole tentare la carriera da solista?

    @KeithMcClain ha twittato in risposta a @stargaze @Shirosmylife @SaraVoltron:
    Keith non avrebbe mai lasciato Lance! L’hanno costretto a farlo, sono sicura! Per tenerli separati!

    Si era trattenuto dal gridare “ma che ca-?” quando aveva aperto la porta, ma chiaramente la sua espressione doveva essere eloquente abbastanza e anche il leggero sobbalzo, perché Lance abbassò gli occhialoni da sole che portava e sussurrò, “scusa, ma non volevo rischiare che qualcuno mi vedesse venire qui. Sai, per… quella storia.”
    “Certo.” Keith annuì.
    Restarono per un attimo così, sulla soglia, Keith ancora con la mano sulla maniglia e Lance di fronte, la sciarpa ancora annodata attorno al collo a coprigli tutta la faccia e il grosso cappello abbassato fino alle sopracciglia.
    “Posso entrare?”
    Keith gli fece spazio per entrare. “Shiro non c’è.”
    “Lo so.” Lance fece due passi timidi all’interno. “Sono venuto per te.”
    “Per me?”
    Mentre Keith chiudeva la porta, Lance si liberò finalmente della giacca e di tutto il resto dell’armamentario che aveva usato per travestirsi con un grosso sospiro di sollievo.
    “Sì, senti… sono venuto a chiederti scusa.”
    Keth si rabbuiò. “È stato Shiro a chiedertelo?”
    “Cosa? No. Non me l’ha chiesto nessuno. È stata una mia idea.”
    “Be’, non ce n’è bisogno.” Keith si accomodò sul divano.
    Non aveva idea di come comportarsi. Lance non era esattamente un suo amico intimo, nel senso che di sicuro aveva più argomenti di conversazione con Hunk che con Lance, però non era nemmeno un estraneo. Avrebbe forse dovuto offrirgli qualcosa da bere? Gesticolò in maniera poco convinta verso il cesto di cioccolatini sul tavolino.
    “Dicevo, non ce n’è bisogno perché capisco,” continuò Keith. “Se avessero insultato Shiro, avrei avuto voglia anche io di uccidere qualcuno.”
    “Ma hanno insultato anche Shiro,” fece presente Lance. “Sì, meno di Allura, ma… sono stato a guardare alcuni twit. Non sono carini.”
    “Già, be’, non sono nemmeno molti. Francamente, poteva andare peggio,” commentò Keith. “E poi Shiro ha una maniera diversa di approcciarsi. Tende a bloccare gli insulti o a farli rimuovere direttamente da Twitter, quindi si notano di meno.”
    “Avrei dovuto farlo anche io…” ammise Lance.
    “Be’, avevi le tue ragioni.”
    Lance gli scoccò un sorrisetto divertito. “Ci sei tu dietro l’account shirodefencesquad? Ho visto che risponde a qualsiasi critica rivolta a Shiro.”
    Keith arrossì. “No comment.”
    “Lo sapevo! Non posso credere che tu non abbia un account ufficiale, ma ne abbia creato uno apposta per difendere Shiro.” Lance rise così forte che rischiò seriamente di cadere sul divano.
    “Che bello che sei passato a trovarmi solo per ridere di me.”
    “No, no, aspetta…” Lance prese un profondo respiro per calmarsi, anche se sulle sue labbra rimase sempre un sorrisetto divertito. “Parlavo sul serio, prima. Sono venuto a chiederti scusa… Ho sbagliato, ero triste e arrabbiato per quello che stava succedendo con Allura. Avevo paura di perderla e avrei fatto qualunque cosa per impedirlo. Ma tu non c’entravi niente.”
    “Sì, senti… Lo so, lo capisco, non serve…”
    “E avevi ragione. Il duetto era una pessima idea. Non mi va di acconsentire a certe cose quando l’unica cosa che vorrei fare è salire tipo in cima a un grattacielo e gridare al mondo quanto amo Allura.”
    Keith si fermò a guardarlo. Non avrebbe mai pensato di sentire certe parole uscire dalla bocca di Lance ma non poteva dire di non capirlo.
    “Quindi sono venuto a chiederti scusa e a chiederti di tornare in squadra.”
    “Va bene, scuse accettate, ma anche io te ne devo. Avrei dovuto affrontare la situazione meglio.”
    “Pace fatta?” Lance gli allungò la mano e Keith la strinse.
    “Pace. Ma per quanto riguarda la squadra…”
    “Non ci provare nemmeno,” lo interruppe Lance. “Noi siamo Voltron. Non esiste Voltron senza uno di noi, te incluso. E poi chi insulto io durante le prove? Pidge mi ha picchiato l’ultima volta!”
    Poiché si poteva immaginare perfettamente la scena, Keith non riuscì a trattenere un sorriso.
    “Non so se è giusto che io ritorni, dopo il casino che ho montato su.”
    “Vogliamo tutti che ritorni,” lo assicurò Lance. “E comunque, guarda che pure Shiro era in disaccordo con questa storia del duetto.”
    “Lo so, me l’ha detto.”
    “Eh, appunto. Non c’è ragione che tu non ritorni.” Poi Lance sbuffò. “Ma guarda se devo essere io a convincerti a tornare invece che il tuo uomo.”
    Keith alzò le spalle. “Proprio perché è il mio uomo rispetta le mie decisioni.”
    “Sarà anche così, ma poi si sfoga con noi. Pidge le ha contate: ieri Shiro ha pronunciato il tuo nome quarantasette volte, e non eri nemmeno presente!”
    Keith arrossì. Ovviamente sapeva che Shiro lo voleva di nuovo nella band e di sicuro Keith voleva tornare, non l’avrebbe mai lasciata se non si fosse sentito con le spalle al muro. Era grato che Lance la prendesse più sul ridere, invece di tentare di convincerlo riguardo ai suoi sentimenti per la squadra.
    Che erano tanti. Keith non si era mai sentito così solo, da quando non aveva più le prove da affrontare, le canzoni da scrivere, e tutti i progetti che facevano. Assieme.
    “E va bene, ma lo faccio solo per togliervi dalla miseria.”
    “Guarda, va più che bene!”

    @zshelovesVoltron ha twittato:
    Ragazze, da domani inizia la tournée di Voltron. Mi raccomando, per chi può andare ai concerti: sosteniamo i nostri ragazzi e la loro storia d’amore!

    @MarriedtoShiro ha twittato in risposta a @zshelovesVoltron:
    Assolutamente, chiunque ne abbia la possibilità, fate arrivare il nostro sostegno

    @Lance<3 ha twittato in risposta a @zshelovesVoltron:
    Più siamo meglio è! Facciamo capire alla casa discografica che sappiamo tutto e che chiediamo solo che li lascino vivere serenamente

    @Keeef ha twittato in risposta a @zshelovesVoltron:
    Siamo tante, siamo il gruppo più numeroso. Devono ascoltarci!

    Il momento del concerto era il preferito di Keith. Sentiva proprio l’adrenalina scorrergli nelle vene e il fatto che lui e gli altri fossero davvero una squadra, un tutt’uno che suonava e cantava assieme per creare qualcosa di unico. E a questo si aggiungeva il pubblico, persone che credevano in loro e li sostenevano.
    Per parecchi anni della sua vita, Shiro era stata l’unica persona a sostenerlo. Le cose erano cambiate di molto, ma Keith non si sarebbe mai stancato dell’abbraccio caldo del pubblico.
    Inoltre, dopo tutti i problemi che avevano affrontato durante l’anno, era piacevole poter finalmente tornare alla routine della tournée, la rigida sveglia, le prove, il concerto, stravaccarsi tutti assieme sul divano esausti. Non permetteva molto di pensare, o di avere degli spazi personali per lui e Shiro, ma gli dava l’idea di avere uno scopo e un obiettivo.
    “Grazie a tutti voi, Milano, per questa bellissima accoglienza!” urlò Shiro nel microfono. “Ma la serata è appena iniziata e adesso vi voglio tutti pronti, in piedi, perché è arrivato il momento di ballare!”
    Keith aggiustò meglio la chitarra sulla spalla e scoccò un’occhiata rapida al pubblico sulle tribune, che piano piano stava obbedendo a Shiro, alzandosi dai propri posti. Notò anche che nella platea molte persone avevano iniziato a tirare fuori dei cartelli, ma quello era abbastanza normale. Nel buio, non era facilissimo capire cosa ci fosse scritto.
    “Avanti, sapete già che cosa stiamo per cantare. Gridatelo tutti assieme, forza!”
    Alcuni del pubblico obbedirono, ma Shiro rimase un po’ interdetto quando la parola più gridata dal pubblico non era il titolo della canzone. Keith stropicciò gli occhi per vedere meglio e solo allora capì cosa c’era scritto su quei cartelli.
    Keith + lance = Love
    “Bacio! Bacio! Bacio!”
    “Oh mio Dio,” Hunk esalò da dietro. “Come hanno fatto a entrare con quella roba? Non abbiamo una sicurezza?”
    “Sono dei fogli bianchi,” fece presente Pidge. “Avranno avuto un pennarello dietro e avranno scritto prima dell’inizio. Sono furbe. Sono ammirata. Quasi. Insomma…”
    Smise di parlare quando Keith le scoccò un’occhiataccia.
    “Stai bene, Lance?” chiese Hunk, notando che l’amico non aveva ancora detto una parola. La risposta fu un grugnito non meglio identificato.
    “Bacio! Bacio! Bacio!”
    “Gente, non è il nome giusto della canzone!” tentò Shiro.
    Keith strinse le labbra. Da quello che vedeva, non tutte le persone del pubblico erano felici di questa situazione, anzi; in platea c’erano diverse persone che stavano cercando di zittire i propri vicini o di fargli abbassare i cartelli. Aveva ragione Shiro: le persone dalla loro parte erano molte di più di coloro che credevano alle teorie complottiste.
    Si avvicinò a Shiro e allungò la testa verso il microfono. “Volete un bacio?” gridò. “Lo avrete!”
    E si allungò verso Shiro, punte alzate per poter arrivare alla sua altezza. Un attimo dopo Shiro aveva la sua mano sinistra contro la sua schiena, per non farlo cadere mentre si baciavano. Nell’intero palazzetto era sceso il gelo e il silenzio, finché Lance, da dietro, non fischiò, e Pidge e Hunk iniziarono ad applaudire. L’applauso si sviluppò per tutta la grandezza del palazzetto.
    Keith attese la fine prima di rivolgersi di nuovo al microfono. “Buon divertimento a tutti!”
    Lasciò uno Shiro che tossì leggermente, imbarazzato, e tornò al suo posto. Lance gli scoccò un’occhiata divertita e gli fece un segno col pollice.
    “Stasera mi cancello da Twitter,” gli comunicò.
    Keith annuì in approvazione. Non avrebbero permesso, ma più, a questa gente di rovinare quello che stavano costruendo, fosse la loro carriera, le loro relazioni amorose e di certo non la loro amicizia.
    “Allora, ragazzi, gridiamolo tutti assieme, sul serio stavolta!” disse Shiro “Form Voltron!”
     
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